Riflessioni di fine estate

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Le ferie per me sono finite da ormai una settimana ed arrivato il momento di pensare a come ripartire dopo la pausa estiva. Ho ricominciato il mio lavoro in azienda già da una settimana ma da multipotenziale come mi autodefinisco mi piace dedicare anche tempo a lavorare sulle mie passioni.

Ormai diversi anni fa ho cominciato ad occuparmi di consulenza e formazione sul crowdfunding donation e reward, per aiutare persone e organizzazioni a contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile con i propri progetti realizzati in crowdfunding.

Durante quest’anno e in particolare negli ultimi mesi però mi sono fermata un po’ e ho cominciato a farmi qualche domanda e a chiedermi se quello che stavo facendo e soprattutto come lo stavo facendo fosse davvero allineato con il mio purpose personale. Ci sto riflettendo e ho cominciato a darmi qualche risposta anche se non definiva ma ho comunque realizzato che qualcosa deve cambiare, che devo cambiare qualcosa e ripartire in modo diverso e anche dedicandomi a qualcosa di un po’ diverso per meglio poter declinare le mie passioni, i miei interessi e le mie conoscenze nella mia attività, tenendo conto anche di quanto imparato dagli errori commessi negli anni. In ogni caso non chiudo la partita iva, anche se al momento di fatto in stand by, anzi, voglio dedicarmi meglio al mio progetto professionale.

Non è tutto. La riflessione personale è già iniziata diversi mesi prima di questa estate e precisamente a partire dal congresso di +Europa: la sconfitta politica e la delusione conseguente da un punto di vista personale non sono state qualcosa di negativo ma l’occasione per rendermi conto delle cose che contano davvero. Resto convinta delle scelte fatte prima, durante e dopo quel congresso. Se l’esito fosse stato diverso non sarei qui a scrivere questo post e molto probabilmente non mi sarei fatta tutta una serie di domande, a cominciare dal senso del mio contributo. Quando mi sono avvicinata alla politica l’ho fatto perché credevo che fosse il passaggio ulteriore per diventare agente di cambiamento e lasciare il segno, visione sviluppata negli anni anche attraverso l’impegno in varie associazioni internazionali già dai tempi dell’università. Ecco, forse grazie a questi contest ragionare solo a livello locale o nazionale è qualcosa che mi sta abbastanza stretto, tendo a pensare in una dimensione globale.

Detto ciò sto ragionando su come poter lasciare un segno positivo in questo mondo. Sicuramente le esperienze passate hanno qualcosa da insegnare se le si sa leggere nel modo giusto ma la vera grande sfida è riuscire a guardare oltre.
Mi rendo conto che quelli scritti fino ad ora sono riflessioni sparse, forse difficili da seguire per chi non mi conosce, ma cercherò nei prossimi post di delineare un quadro più concreto. Non vi resta che continuare a seguirmi.