
Sta facendo discutere l’utilizzo dei fondi raccolti tramite una campagna di crowdfunding a favore di Malika Chalhy, ragazza lesbica cacciata di casa dai genitori. La campagna aveva lo scopo di aiutarla a ricostruirsi una nuova vita ma hanno destato clamore l’acquisto di una Mercedes e di un bulldog francese da parte della beneficiaria. Il vero problema però non sono in realtà le spese di Malika: le criticità sono a monte, nella campagna il cui obiettivo era troppo generico. Casi come questo, con eco mediatico, hanno l’effetto di minare il meccanismo della fiducia che è alla base del crowdfunding, di compromettere la credibilità di uno strumento con un grande potenziale e di svilire cause importanti come la difesa dei diritti di persone LGBT e la lotta alla discriminazione di cui Malika si era resa rappresentante e testimonial.
Il crowdfunding non è qualcosa che si improvvisa in qualche maniera. Anche per le raccolte emergenziali occorre seguire delle accortezze in termini di trasparenza e rendicontazione che valgono per qualsiasi campagna che si rispetti. È importante che l’obiettivo sia chiaro ben definito e che venga spiegato in modo puntuale come verranno spesi i fondi raccolti. Occorre tenere aggiornati i sostenitori durante e dopo la campagna. Questi aspetti sono stati trascurati, sicuramente per inesperienza e ingenuità. Come recita un detto però “le vie dell’inferno sono lastricate di buona intenzioni” e questo è più che mai vero nelle iniziative spontaneistiche che inconsapevolmente possono creare danni.
Il crowdfunding non è un gioco, è una cosa seria e va affrontato con professionalità per non incorrere in facili errori che possono costare fiducia e credibilità e ripercuotersi su altre campagne. È inoltre da ricordare, aspetto che spesso sfugge, che le donazioni raccolte da persone fisiche concorrono al reddito e vanno dichiarate per evitare spiacevoli sorprese un lustro dopo.
In questo caso il vero problema è stato nella dichiarazione delle finalità della raccolta. Il personal fundraising per spese personali come acquisto di un auto o mantenimento agli studi è cosa legittima ed è un filone del donation based crowdfunding ma queste finalità vanno esplicitamente dichiarate. Il vero errore della campagna per Malika è stato l’obiettivo troppo generico.