Lo zen e l’arte del crowdfunding

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Una campagna di crowdfunding richiede tempo. Non è un qualcosa che si crea da un giorno all’altro e non è la bacchetta magica che in un paio di mesi consente di avere in modo facile un finanziamento per il proprio progetto. E’ un concetto che ci tengo a puntualizzare e anche ora non mi esimo dal farlo. Repetita iuvant. Per pianificare una buona campagna occorrono mediamente sei mesi, periodo che poi può comunque variare ed essere minore o maggiore a seconda della conoscenza dello strumento e della chiarezza dell’obiettivo in partenza nonché della complessità del progetto.

La fase pre-lancio, al contrario di quanto comunemente si pensa, costuitisce l’80% del lavoro, ed è quella in cui costruire, consolidare e coinvolgere la community di riferimento che si farà essa stessa veicolo di promozione della campagna allargando così la cerchia dei potenziali sostenitori.

Un elemento che è bene sottolineare e che spesso è poco chiaro a chi chiede consulenza in materia di crowdfunding è che il progettista deve essere sempre presente, è lui che ci deve mettere la faccia davanti agli occhi del pubblico: sua è l’idea, suo è il progetto, chi meglio di lui lo può raccontare ed esserne testimonial in prima battuta? Metterci la faccia. Il risvolto della medaglia rappresenta uno dei problemi di chi chiede supporto: la mancanza di tempo per starci dietro, oltre, come accade nella maggior parte dei casi, non avere la più pallida idea di cosa siano un piano di marketing e di comunicazione. Le soluzioni che si possono proporre variano a seconda dei casi ma una cosa deve essere chiara al progettista: non può permettersi di sparire, è lui il protagonista e non il suo consulente. Può sembrare quasi ovvio ma non si sa mai.

E non abbiate fretta. Fate un passo alla volta, fino al lancio e poi anche dopo. Non saltate nessuno step. Anche se qualcosa vi può apparentemente sembrare una perdita di tempo. Impegnatevi in ogni passo, fate al meglio quello che state facendo. Non partite proiettandovi sul risultato finale della campagna, il crowdfunding è un percorso di esperienze e relazioni, non è solo la somma raccolta. Presenti sempre, qui ed ora.

Oltre alla presenza c’è la questione visibilità: la presenza sui social media, gli articoli di giornale, i servizi tv, etc.  sono tutti canali che si vanno ad aggiungere a quello principale che è il passaparola ma non fanno la differenza non si è bravi.  La visibilità è un’opportunità che bisogna saper gestire altrimenti non porta da nessuna parte. Bisogna sapersi muovere, saper guardare oltre la nebbia della fretta, dell’improvvisazione e della disorganizzazione, occorre sapere cosa si vuole sapere dove si vuole andare ed arrivarci, con il giusto tempo. Piano. Passo dopo passo, se ci si sa muovere, si suscita interesse, si riesce a coinvolgere e a conquistare la fiducia, che è uno dei meccanismi alla base del crowdfunding ed è quella che poi fa scattare l’effettiva conversione generando la donazione. Senza questi elementi la visibilità rappresentata dalla mera viralità non si traduce in un risultato concreto.

Siete pronti a fermarvi un attimo per cominciare nel modo giusto la vostra prossima campagna?