Leggendo l’articolo su Fanpage relativo al blocco dei fondi della raccolta per il rider di Napoli partita qualche giorno fa, torno a ribadire l’importanza, specie in caso di campagne di crowdfunding basate sullo spontaneismo a seguito di eventi o emergenze, di verificare sempre chi è il promotore. In questo caso, uno dei dubbi che ho avuto dal primo momento anche se non manifestato, si sta concretizzando. Va anche detto che nel caso che un obiettivo venga meno, la restituzione sarebbe la soluzione più indicata in una campagna che si rispetti. Ma, se al contrario di quanto accaduto, l’obiettivo non fosse venuto meno, come sarebbe andata? In questo tipo di raccolte personali infatti i fondi vanno al promotore che poi si prende cura di donarli alla causa o al beneficiario della campagna. Tutto si basa sulla fiducia che si viene a creare e sulla voglia di dare davvero un aiuto, che viene ancora prima. Certi ambienti sfruttano proprio le situazioni di emergenza facendo leva sulla solidarietà e sui buoni sentimenti per creare un bacino di consenso intorno e in casi come questi non è detto che non contribuiscano effettivamente alla causa, perché ciò costituirebbe motivo di ulteriore affermazione e controllo.
Quelle sopra riportate sono riflessioni personali o meglio spunti di riflessione che partendo dalla conoscenza dello strumento si spingono però molto oltre e non si esauriranno certamente qui.