Domenica e lunedì saremo chiamati a votare al referendum sulla legge costituzionale di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione al fine di ridurre il numero dei Parlamentari: da 630 a 400 per la Camera dei Deputati e da 315 a 200 per il Senato.
Noi coordinatori dei membri individuali italiani di ALDE Party, il partito dei liberaldemocratici europei, voteremo convintamente NO e invitiamo a fare altrettanto le concittadine e i concittadini che come noi credono nei valori della democrazia liberale!
Voteremo NO perché questa legge costituisce il primo passo di un progetto, portato avanti esplicitamente dal Movimento 5 Stelle (si veda per esempio qui), di sostituzione della democrazia rappresentativa con un sistema di democrazia che definiscono “diretta”, ma che in realtà sarebbe “eterodiretta” ed essenzialmente plebiscitaria. È in gioco quindi non solo il numero dei parlamentari, ma anche il principio di rappresentanza e il ruolo stesso del Parlamento, sul quale si basano le democrazie liberali.
Voteremo NO perché, in barba alla retorica anti-casta dei sostenitori del Sì, con la riduzione dei rappresentanti dei cittadini in Parlamento si rafforzerebbe il potere oligarchico dei capi-partito, riducendo il Parlamento a uno stuolo di yes-men più di quanto già non sia oggi; e la proposta di legge elettorale discussa in questi giorni in Parlamento, con liste bloccate e sbarramento al 5%, dimostra ulteriormente come il taglio dei parlamentari sia solo il primo passo di una pericolosa deriva in senso partitocratico e oligarchico.
Voteremo NO perché con questa legge non aumenterebbero velocità ed efficienza del Parlamento, in quanto: 1) questa legge non modifica i poteri del Senato, e quindi non intacca il bicameralismo perfetto; 2) all’interno di ciascuna camera la velocità di approvazione delle leggi dipende da volontà e accordi politici, non dal numero dei parlamentari. Anzi, con meno parlamentari si rallenterebbe il lavoro delle commissioni (soprattutto al Senato).
Voteremo NO perché tagliare il numero dei parlamentari senza modificare nient’altro darebbe luogo a una serie di squilibri nei lavori del Parlamento, sia per quanto riguarda le commissioni (si veda punto precedente), sia perché aumenterebbe il peso dei voti dei rappresentanti non eletti dai cittadini, quali i Senatori a vita e, per l’elezione del Presidente della Repubblica, i delegati dei consigli regionali.
Voteremo NO perchè non è corretto, come fanno i sostenitori della legge in questione, ragionare sulla somma di deputati e senatori, perché: 1) le due camere sono separate e anche le rispettive commissioni lo sono; 2) i sistemi elettorali delle due camere sono diversi (su base regionale al Senato, ma non alla Camera), pertanto non c’è alcun collegamento nella rappresentanza di una camera con l’altra.
Voteremo NO perché questa legge determinerebbe una notevole riduzione della rappresentanza in ciascuna camera del Parlamento: in particolare, per la Camera dei Deputati (l’unica confrontabile con altri Paesi) al momento il rapporto tra deputati e cittadini è 1 / 96.000 (al ventitreesimo posto nell’UE), mentre con la nuova legge passerebbe a 1 / 154.000 (l’ultima per rappresentatività nell’UE: attualmente all’ultimo posto c’è la Spagna con 1 / 133.000).
Voteremo NO perchè il risparmio totale, tanto sbandierato dalla propaganda populista, al netto delle imposte ammonterebbe a 57 milioni all’anno (37 milioni per la Camera e 20 milioni per il Senato), pari allo 0,007% della spesa pubblica italiana e a € 0,87 per cittadino all’anno.
Voteremo NO perchè con questa legge aumenterebbe lo squilibrio rappresentativo tra le regioni al Senato (con Valle d’Aosta, Molise, Trentino-Alto Adige e Basilicata decisamente sovra-rappresentati rispetto alle altre regioni) e tra le ripartizioni della Circoscrizione Estero: la ripartizione Europa, che conta oltre il 50% dei residenti all’estero, sarebbe rappresentata da un solo senatore su 4 previsti per la Circoscrizione Estero.
La democrazia rappresentativa è un valore, non uno spreco! Il 20-21 settembre votiamo NO!
Francesco Avolio
Francesco Condò
Diana Severati