
Durante la Rome Future Week ho organizzato un workshop sul crowdfunding. Non era un panel frontale né una conferenza “vetrina”. Era un laboratorio aperto, dove imprenditori, studenti e curiosi hanno lavorato insieme su idee concrete.
In poche ore, persone che non si conoscevano hanno condiviso esperienze, fatto domande, costruito ipotesi di progetti sostenibili. Ho visto con i miei occhi come un evento, se progettato bene, può diventare molto più di una passerella: può trasformarsi in un acceleratore di cambiamento.
Gli eventi hanno tre poteri che spesso sottovalutiamo:
- Contaminazione → mettono in contatto mondi che altrimenti non si parlerebbero.
- Velocità → concentrano in poche ore discussioni che altrimenti richiederebbero mesi.
- Concretizzazione → producono spunti che, se tradotti in policy, possono cambiare davvero le cose.
Il tema del mio workshop era il crowdfunding, ma la lezione vale in generale: se vogliamo parlare di sostenibilità, non bastano tavoli chiusi e dichiarazioni astratte. Servono eventi che diventino laboratori di policy, dove si sperimentano idee, si raccolgono feedback e si prototipano soluzioni.
Ecco tre azioni concrete che le istituzioni e gli organizzatori potrebbero adottare:
1️⃣ Coinvolgere attivamente cittadini, giovani e imprese nei grandi eventi politici ed economici.
2️⃣ Inserire laboratori pratici (workshop, hackathon, tavoli di co-design) accanto ai panel tradizionali.
3️⃣ Usare gli eventi come luoghi di test: raccogliere proposte dal basso e trasformarle in prototipi di policy.
Se vogliamo accelerare la transizione sostenibile, dobbiamo smettere di pensare agli eventi come semplici passerelle. Dobbiamo progettarli come spazi di lavoro politico concreto, capaci di generare soluzioni reali.
👉 E voi? Avete partecipato a eventi che vi hanno lasciato qualcosa di più di un biglietto da visita? Come immaginate eventi davvero capaci di generare cambiamento?
